La morbosità vince su ogni ideale…

 

La morbosità vince su ogni ideale…

 

Chi potrà salvarci da questa onda infinita e devastante della visione sessista della vita?

Chi potrà fermare questo eccesso di morbosità del sesso fonte di piacere e di sublimazione dell’autoreferenzialità e dell’egocentrismo?

Chi ci libererà della malvagia ricerca che vuole scoprire e snaturare ogni sincero rapporto con il proprio corpo e con i desideri sensuali e sessuali?

Perché voler rendere tutti “nudi” dimostrando che l’uomo alla fine non è altro che un manichino rivestito di carne?

Queste domande hanno già le risposte che sono quelle che leggiamo e viviamo tutti i giorni.

Aver abbandonato lo sguardo al “cielo” per il “calpestio” della terra, ha significato aver tolto

ad ogni ideale civile o religioso, quell’aura di magico-mistero che ci permetteva di non sentirci

consolati, ma di sentirci protetti e stimolati da una sincera sfida fatta di sogni, di speranze, di utopie.

Oggi ogni campo della scienza, in particolare quella medica, irrompe sulle nostre azioni e

tutto il nostro modo di essere e di pensare viene setacciato e giustificato come effetto della

naturale combinazione di cellule, di travasi, di cariche elettriche, di predisposizione e

sentenze automatiche ed inappellabili del proprio DNA. Il nostro pensiero è regolato dalla

termo-dinamica e dagli stimoli predeterminati di natura fisiologica, privi di ogni volontà individuale.

 

Questo necessario preambolo per commentare un’ultima picconata del “politico corretto”:

anche Anne Frank aveva le sue curiosità e stimoli sessuali! Ne ha scritto su “La Repubblica”

del 17 maggio, Paolo Di Paolo, il quale rivela che sono state scoperte due pagine del famoso Diario.

L’articolo è costruito in modo ermetico, poichè ogni riferimento a: barzellette “sconce”,

o descrizione del “ciclo mestruale” o della conoscenza e descrizione del proprio sesso, erano già note

fin dall’edizione Einaudi, 1992, proprio con questi aggiornamenti ed ennesimi ritrovamenti,

debitamente censurati ed occultati dal padre geloso custode dei pensieri della sua amata figlia.

 

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Anne (KEYSTONEAP Photo Anne Frank House)

 

E’ vero che si è cercato di rendere questo Diario come un libro-monumento, come testimonianza sulla Shoah,

ma certe confessioni, questi ascolti e percorsi di lettura sul proprio corpo,  vanno considerati

in modo naturale e di semplice curiosità di adolescente, a cui, tra l’altro, è stata negata la libertà di incontro,

di confronto, di azione. La sua è una formazione coatta e tutto può essere oggetto di “sopravvivenza”.

Sui banchi di scuola sono cinquant’anni che leggiamo, con le dovute censure operate,

questo straordinario documento di vita, su cui dovremmo fissare la nostra attenzione sui valori esistenziali e morali che

una “illuminata” quindicenne è capace di comunicarci con autenticità di coscienza e di non di sottolineare gli aspetti,

altrettanto, naturali della scoperta del proprio sesso, come se dovessimo, in questo modo,

evidenziare che, alla fine, anche Anne Frank era come tutti noi.

Sarebbe come considerare il suo Diario un esempio di scrittura per chi non ha nulla da fare.

 

                                                                                                                                                                                                                                                                                                       Franchino Falsetti