La mostra è stata prorogata al 25 febbraio 2018
Uno sguardo e un invito a visitare la mostra ospitata a Palazzo Albergati
Pubblicata il 14/02/2018
Palazzo Albergati di Bologna ospita una grande anteprima internazionale, una straordinaria mostra dedicata a quei nomi del mondo dell’arte che hanno rivoluzionato il Novecento. Oltre duecento opere, tutte provenienti dall’Israel Museum di Gerusalemme.
Duchamp, Magritte, Dalì, Ernst, Tanguy, Man Ray, Calder, Picabia e molti altri, tutti insieme per raccontare un periodo di creatività geniale e straordinaria.
La determinazione a rivoluzionare l’arte, a rompere col passato e inventare un mondo nuovo, è raccontata con grande ricchezza narrativa nella mostra, attraverso le cinque sezioni tematiche: l’automatismo – il ready made – il fotomontaggio – il biomorfismo – la metamorfosi.
La mostra, curata da Adina Kamien-Kazhdan curator of Modern Art at The Israel Museum, presenta al pubblico numerosi capolavori, tra cui: Le Chateau de Pyrenees (1959) di Magritte, Surrealist Essay (1934) di Dalí, L.H.O.O.Q. (1919/1964) di Duchamp e Main Ray (1935) di Man Ray.
Con il patrocinio del Comune di Bologna e dell’Ambasciata di Israele, la mostra è stata organizzata dal Gruppo Arthemisia in collaborazione con l’Israel Museum di Gerusalemme.
La mostra a Palazzo Albergati sarà visitabile fino a domenica 25 febbraio 2018.
“La mostra “Duchamp Magritte Dali’. I Rivoluzionari del ‘900. Capolavri dall’Israel Museum di Gerusalemme” esplora i temi chiave di Dada e Surrealismo; Accostamenti sorprendenti, Automatismo e subconscio, Biomorfismo e metamorfosi, Il desiderio, la musa, la violenza e Il paesaggio onirico. Nell’illustrare la molteplicità di tecniche e strategie adottate da questi artisti – dipinti, disegni, collage, sculture, ready made, assemblages, fotografia, fotomontaggi e foto collage – la mostra e il catalogo raccontano in maniera chiara ed esauriente l’itinerario di questi due movimenti. Il percorso espositivo riflette la convinzione che entrambi fossero correnti intellettuali e ideologiche universali, in grado di attraversare i confini e ridefinire gli stati dell’essere e i vari modi di percepire il mondo.
Le 179 opere provenienti dall’immensa collezione dell’Israel Museum di Gerusalemme, includono lavori dei principali rappresentanti di entrambi i movimenti ( tra cui Kurt Schwitters, Marcel Duchamp, Max Ernst, Jean (Hans) Arp, Man Ray, René Magritte, Salvador Dali’ e Joan Miro’ ) insieme ad altri nomi meno conosciuti ma ugualmente degni di nota. Tenendo conto dell’enorme ascendente di Dada e surrealismo, la mostra propone anche opere seguite in un periodo successivo da artisti di queste due correnti.” – ( dalla Prefazione al Catalogo, 2018 )
Di fronte al dilagare di “mostre” inutili o di stretta complicità con il mercato multinazionale, questa di Palazzo Albergati, come altre che si sono svolte nel passato recente, hanno il pregio di essere concepite per avere “presenze” da “sbandierare”, ma con obiettivi altamente culturali ed artistici e con una particolare attenzione ai livelli di fruibilità.
C’è una preoccupazione che va segnalata : le mostre sono un appuntamento per far crescere la propria maturità e la propria formazione artistica. Non bisogna dimenticare che l’arte è una identità di un popolo, di una cultura, di una civiltà.
L’arte ci può aiutare a capire le culture che l’hanno determinata. E’ un libro che dobbiamo saper leggere, non solo con gli occhi, ma, soprattutto, con la mente. E per fare questo bisogna non sapere solo esporre le opere dei vari importanti artisti, ma saperli contestualizzare in modo pedagogico, come se ci raccontassero la loro vita, le loro motivazioni, la cifre che rappresentano.
In questo modo le Mostre possono avere un valore e concorrere al processo integrato della formazione.
Questa imperdibile opportunità fa solo onore agli organizzatori ed alla curatrice di questo straordinario evento e rappresenta ,certamente, un modo proficuo per far conoscere un determinante e fecondo periodo storico della innovazione artistica e culturale dei principali movimenti “rivoluzionari” e dei suoi principali protagonisti . Un prezioso appuntamento per rivivere attraverso 179 opere una avvincente conquista dell’arte e per “ridefinire gli stati dell’essere e i vari modi di percepire il mondo”.
Testo a cura di Franchino Falsetti – Critico d’Arte
Articolo pubblicato su Millecolline il 14/02/2018
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