Pillola Corsara n°20 – La “Buona Scuola” come un buon museo?

La “buona scuola” come un buon museo?    [n.20]

Enfaticamente il Presidente del Consiglio Renzi ha definito la sua riforma scolastica, che ha appena iniziato il suo secondo anno di attuazione, la “buona scuola”.

In Emilia Romagna gli studenti ed i professori ritorneranno in classe il prossimo 15 settembre. Si trova, forse per motivi di “divertimentificio” vacanziero ad oltranza, tra il gruppo delle ultime regioni italiane, che darà inizio all’anno scolastico 2016-17 nel segno di una riforma pensata più per risolvere problemi sindacali, logistici ed occupazionali dei docenti che per affrontare ed elevare il grado di cultura e di formazione che tale Istituzione, non parte estranea o voluttuaria dello Stato, ma parte integrante, deve poter , con un solido “Progetto”, provvedere e garantire “consapevoli” processi di   educazione, di formazione civica, intellettuale e professionale per ogni studente.

La “campanella” dovrà non solo scandire il tempo scolastico, ma svegliare chi pensa di aver fatto una riforma senza alcuna discussione. Una perfetta riforma ( sic! ). Il voler rendere banale o superficiale qualunque oggetto di conoscenza, in virtù di una presunta e moderna leggerezza dei saperi, ha trasformato anche la Scuola che ha, in modo graduale, sostituto il Programma alla “programmazione”. Il risultato è che si fanno sterili esercizi di programmazioni senza Programma. Lo statuto formativo e le specificità relative ai vari apprendimenti e conoscenze sono scomparsi. Ogni paese europeo, per esempio, fissa i suoi obiettivi nel suo Programma d’Istruzione, considerando i nuovi media e nuovi processi sociali e culturali in continua evoluzione , senza ridurre l’asse fondante che risponde a consolidare le proprie identità nazionali,  le proprie visioni ed interpretazioni dei contesti in cui si opera e si relaziona. In poche parole, il Progetto Scuola deve essere uguale al Progetto Vita, senza farsi suggestionare dalle varie mode del presente, come avvenne per la riforma berlusconiana legata ai temi di socializzazione, di investimento e di scambi internazionali che erano, soprattutto, garantiti dalla conoscenza dell’inglese e dell’informatica. Ideologia che continua e meglio si caratterizza nell’attuale riforma della “Buona scuola”

Il filosofo Savater ci ricorda : -” Una certa neutralità scolastica è auspicabile, ma non fino al punto di essere reticente rispetto ai valori costitutivi della nostra civiltà”.

Dobbiamo evitare che la scuola venga considerata un museo, dove si guarda pensando ad ambienti fuori dal proprio interesse di vita e fingendo di conoscere tutto quello che viene predisposto od allestito.

Una conoscenza estetica, personale, senza bisogno di imparare. Così come avviene nella nostra scuola italiana, dove l’incultura, da tempo, sta dando i suoi frutti: vietare il Natale, i canti della religione cristiana, le tradizioni italiane nel rispetto dei nostri valori, l’oltraggio ai simboli della nostra cultura o presenza religiosa nei luoghi pubblici, l’indifferenziato multiculturalismo nel negazione delle nostre identità.

La Scuola deve essere luogo di sapienza senza alcun “ventre molle”. Per raggiungere questa riconquista della cultura dei saperi, del nostro mondo occidentale, bisogna evitare che la Scuola divenga solo la vetrina di un “basso” consumismo di slogans e di parole e di idee vuote senza veri “maestri”.

 

Franchino Falsetti

 

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Pillola Corsara n° 20 – La Buona Scuola

 

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