Pillole corsare N.5 – L’anno nuovo è appena cominciato ed è già finito!

L’anno nuovo è appena cominciato ed è già finito!                   [n. 5]

Siamo tutti, ormai, consapevoli e forse rassegnati che l’esaltazione mediatica per l’anno nuovo è solo un planetario annuncio pubblicitario, fatto di buoni e sterili propositi, di appelli accorati e di discorsi “invecchiati” di prammatica circostanza. Tutto nel rispetto di convenzioni e tradizioni vuote di ogni “sentito” significato: pronte ad essere gettate nella voragine del “consumo ergo sum” della divorante ideologia della globalizzazione e dell’eterno presente. E così finisce la grande festa dell’anno che cambia, con i soli nostalgici applausi e strilli fatti dai lunari e dai vecchi almanacchi. Della festa ci sono rimaste le polemiche, il chiacchiericcio, i mugugni di chi è stato emarginato, di chi ha “boicottato”, di tutte le improvvisazioni di chi pensa che in questo Paese sia sufficiente, per  mostrare il proprio essere edonistico, di agitare le pubbliche attenzioni, con atti rocamboleschi o di immaginazione de-creativa. Oggi non si può più inventare nulla se non la propria “decomposta” immagine e la propria inutile presenza. Un tempo si urlava lo slogan : la fantasia al potere. Oggi si inneggia alla stupidità come fonte di ciò che si definisce cultura del fare, dell’investire, del propinare, del condividere e di altre bizzarre amenità.

Questa è la filosofia del XXI secolo.

Ci affidiamo per sentirci rassicurati alle parole dei politici e dei letterati. Quest’ultimi, in particolare, raccontano le favole vecchie e nuove alla rovescio per sentirsi svegli e per condividere la propria insonnia.

Che senso hanno le belle parole che “toccano il cuore” di chi l’ascolta? Esistono ancora le belle parole? [ “Le belle parole senza un grande sentire sono belle frasche” ( Perticari – citato da Leopardi ) ]. Il “cuore”, come sede metaforica dei “sani” sentimenti, ha ancora un senso? Anche l’euforia di questo nuovo anno 2016, appena iniziato, non ha cancellato ciò che, in effetti, ci è rimasto: le belle parole senza grande sentire, i testi sacri dei soliti astrologi, di rosea consolazione; i discorsi dei politici, ammantati di “zucchero filato” e da una irrefrenabile e vacua girandola di notizie che hanno raggiunto il grado zero della comprensione e delle motivazioni. La tv e la stampa ed altre forme di informazione, ci presentano il loro “mappamondo”, fatto solo di frammentarie narrazioni dove si mescolano commenti incomprensibili, ripetitivi con immagini catastrofiche e deformanti della realtà o degli avvenimenti, di cui non c’è visione cognitiva e conoscitiva. Un perpetuo “villaggio globale”, dove tutto si crea e tutto si distrugge, mentre il messaggio subliminale resta immutato, come motto ad eterna memoria:

leggi per non pensare, ascolta per dimenticare, vedi per non riflettere

“Le più notevoli stupidaggini accadono al mattino; il cittadino dovrebbe svegliarsi solo dopo le ore di ufficio. Dovrebbe affacciarsi alla vita dopo cena, quando non si fa più politica”. ( Karl Krauss )

 

La fine dei giochi. Ph. Roberto Cerè, 2015.
La fine dei giochi. Ph. Roberto Cerè, 2015.

 

Franchino Falsetti

 

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