Pillole corsare n.4. Chi di “destra” ferisce, di “sinistra” perisce…

Chi di “destra” ferisce, di “sinistra” perisce…                      [n. 4]

Può sembrare una boutade gratuita, senza senso. Invece, mi auguro, possa diventare un motivo di ripensamento, poiché oggi viviamo una realtà che non ha più bisogno di orpelli ideologici, né di vivaci contrapposizioni teoriche- folkloristiche ( come recitava il vecchio e simpatico refrain: visto da destra, visto da sinistra ), ma questa “fluida o liquida” società del XXI secolo, ha bisogno di ri-considerare quanto la “destra” ha teso a svolgere un ruolo di radicale attaccamento a ciò che poteva rappresentare in un certo immaginario, definito “conservatore”, e quanto la “sinistra” abbia teso a demolire i castelli utopici, per un innato senso alla rivolta, al desiderio di contrapporre “barricate” in difesa, molto spesso, di un certo particulare, dove l’individualità cedeva il posto all’informe stagione della rivincita delle masse.

Oggi il fenomeno globale delle migrazioni ci ripongono la difesa di certi valori, di una certa cultura,di un certo modo d’intendere la Cultura.

“La crisi del nostro tempo è caratterizzata dalla fine della fede nei valori tradizionali: in quei valori, cioè, ai quali sono stati educati gli uomini della vecchia generazione e che non riescono più ad avere significato e fondamento per le nuove generazioni”. ( U. Spirito, Ideali che tramontano..). Queste poche righe introduttive di un importante saggio del filosofo di “destra” Ugo Spirito, vennero pubblicate nel 1969, un tempo in cui si erano,ormai, tolti i veli che ricoprivano le ultime resistenze al travolgente ’68, alle sue “irreparabili” dissacrazioni e negazioni della “sacra” identità della persona. La dilagante concezione dell’egualitarismo della “sinistra”, il vero “virus” dell’appiattimento delle coscienze di oggi. Come l’ISIS sta cancellando, in modo violento e terroristico, le testimonianze delle culture millenarie del bacino mesopotamico, così una certa dissennata  cultura ideologica ha coltivato il sogno della cancellazione dei valori e dei contenuti che hanno animato e sublimato una civiltà millenaria, come quella occidentale, in particolar modo, quella europea.

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Distacchi. Bologna, 2013 – Ph. Roberto Cerè

Oggi parliamo, con sfumature diverse, di cultura di massa ( la mass-culture , che scoprì la sociologia americana, a seguito della seconda guerra mondiale, e che venne denominata : Terza Cultura ).

“Per come la intenderemo, la cultura di massa è una cultura: costituisce un corpo di simboli, di miti e immagini concernenti la vita pratica e la vita immaginaria, un sistema di proiezioni e di identificazioni specifiche, che si aggiunge alla cultura nazionale e alla cultura umanistica, entrando in concorrenza con loro”. ( E. Morin, Lo spirito del tempo… ).

Oggi le società contemporanee sono policulturali e multiculturali.

Si intrecciano diverse problematicità: dalla crisi delle religioni, allla crisi dello Stato, delle sue istituzioni fino alla tradizione umanistica ed etica.

Si aggiunge a questo quadro l’incontro ed il disgregarsi delle altre culture.

Una sorta di nascente “mondo culturale globale”, dove la vulgata marxista è in piena ritirata, quasi scomparsa, ed i famosi “trombettieri della rivoluzione”, stanno, velocemente, cambiando spartito!

 

Franchino Falsetti

 

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