“La Poesia é pittura dell’invisibile, melodia dell’inudibile, danza dell’indecifrabile.”
Dal mio blog ai vostri occhi: alcune importanti considerazioni sulla Poesia.
Pubblicato il 21/03/2022
Ho pensato di proporre alla vostra attenzione quei pensieri profondi, – analisi del cuore – che ho utilizzato lo scorso dicembre nella creazione del mio Calendario Artistico, le cui copie sono finite perlopiù sotto l’albero dei miei cari. Per questo motivo, eccomi a ricondividere anche qui le considerazioni di alcuni animi poetici che ho avuto modo di apprezzare in questi anni. Oltre che in questo articolo, potrete ritrovarle anche nel mio blog, Miriam Bruni – Sideal che vi invito a frequentare !
Partiamo da Giovanna Rosadini Salom che afferma di essere più che convinta che, in poesia, si possa dire di tutto. A patto di preservare la costitutiva differenza di linguaggio che la caratterizza, che è un linguaggio intensificato, condensato, ritmico, immaginifico.
E Giancarlo Pontiggia puntualizza: Le parole della poesia sono sempre remote anche quando ci parlano di qualcosa che è qui, ora, nel tempo del nostro presente: sono remote perché richiedono una forma appartata, una disciplina della distanza, un tempo sospeso – dell’immaginazione e del pensiero – che sia in grado di scolpire verità decisive.
Del linguaggio poetico Mariangela Gualtieri dice che è un linguaggio d’anima, capace di far sì che subito avvenga una comunicazione ad alta profondità, fra persone che non sanno nulla una dell’altra, addirittura fra appartenenti a secoli differenti. Un linguaggio capace di comunicare anche dopo secoli e centrare un cuore.
E il compito del poeta è quasi contrario a chi cerca esclusivamente se stesso, sostiene Eunice Odio.
Il poeta va cercando Dio e solo lo incontra nel profondo di tutti gli uomini. E solo è poeta quando conosce ciò che è nell’animo di tutti gli uomini possibili; e lo conosce solo quando li ama immensamente e appassionatamente.
Non c’è cosa che non darei per la Bellezza, che a sua volta è una forma di Dio; la più vicina alla Sua Natura.
Sentite ora cosa ne pensa Adriana Zarri: Il poeta è ponte tra l’Assoluto e il tempo: non può tradire Iddio parlando, non può tradire l’uomo tacendo; il risultato è un’espressione tutta particolare che non è più discorso umano e non è ancora Verbo assoluto e silenzioso.
E dei nostri drammi, dei nostri dissidi, dei nostri dolori? Cosa ne fa, la poesia? Lo tratteggia bene Gian Giacomo Amoretti quando scrive che la poesia sa la ferita. Non la dissimula né la esibisce. Non la nega né la cancella. La dice. E mentre la dice la solleva – trattenendola, immobile, nella propria luce: la muta di stato, la trasfigura nel linguaggio della bellezza.
Giuseppe Ungaretti si rifiuta di trovare una definizione, si limita a guardarla e dice: credo e professo che la poesia sia indefinibile e che essa si manifesti nei momenti della nostra parola quando ciò che ci è più caro, ciò che di più ci ha inquietato e agitato nei nostri sentimenti e nei nostri pensieri, ciò che appartiene più profondamente alla ragione stessa della nostra vita, ci appaia nella sua verità più umana
E terminiamo con Giuseppe Conte, per il quale la poesia è il canto dell’universo, il punto più alto in cui arriva una civiltà, e nello stesso tempo il più misconosciuto a tradito.
Meditate, gente, meditate!
Miriam Bruni