EDITORIALE Millecolline. Moriremo papalini

Editoriale della domenica

L’Editoriale Millecolline

Pubblicato il 27/04/2025

Moriremo papalini

Senza punto interrogativo.

Non siamo morti democristiani, ma papalini penso proprio di sì.

Non è una profezia da disc jockey, ma è il senso di caduta di ogni valore laico che animò la Costituzione dell’Unità d’Italia e che faticosamente venne sintetizzato nella celebre frase: libera Chiesa in libero Stato (che coniò il liberale Cavour) e che poi nell’ art.7 della Costituzione (1946) divenne: ”Lo Stato e la Chiesa cattolica sono ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani, i loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi ”.

Questo articolo fu voluto da Togliatti e la Chiesa riconquistò la sua legittimità, la sua presenza, la sua ingerenza. Fino a far dichiarare che la religione italiana ufficiale era cattolica.

Non continuo con la storia che ha amplificato politicamente il ruolo della Chiesa e la sua influenza, con l’utilizzo dei mass media e di ogni tecnica pubblicitaria della persuasione, che hanno trasformato la religione in un gadget da portare ovunque, liberalizzando ogni ritualità, ogni liturgia fino a trasformare gli oggetti della fede in oggetti di consumo e di abbellimento personale e decorativo come la “croce”, il “rosario”, anelli con la “croce” o con il “cuoricino” e varie medagliette religiose per vari usi. E così nei decenni del boom e del progresso la Chiesa si caratterizzava come Uno Stato nello Stato.

È riuscita ad entrare nelle scuole fino a far approvare una legge sugli insegnanti di religione cattolica che in molte regioni italiane l’86% degli studenti non frequenta. E che vengono nominati dalla Curia e non dal Ministero dell’Istruzione pubblica dello Stato repubblicano Italiano.

La sua presenza ed i condizionamenti relativi si sono radicati in ogni attività pubblica (compreso i suoi simboli).

Ma tutto questo non ha fatto crescere la religione, né sentimenti religiosi, spirituali o di devozioni o vocazioni. Abbiamo assistito al declino della Chiesta cattolica millenaria ed a suo dissolvimento.

Tutto si regge, e papa Francesco lo sapeva bene, sulla visibilità. Essere ogni giorno presenti sui mezzi di informazione popolare o di nicchia.

Nessun impegno verso i grandi temi dell’Esistenza, quelli valoriali, quelli che devono alimentare il credo religioso e la frequenza ai precetti e dottrina della Fede, Nessun incontro per chiedersi chi siamo e dove andremo.

Nessuna riflessione sul cardine della religione cattolica (la resurrezione). Anzi sono più i cattolici che si fanno cremare che i derelitti laici! Anche la Chiesa cattolica è un super mercato.

È diventata tale con il trasformismo e la modernità negli ultimi decenni (a partire dalla metà degli anni cinquanta del secolo scorso) puntando sui condizionamenti delle altre religioni protestanti che volevano neutralizzare la loro presenza tra la gente e godere dei vantaggi dei nuovi modelli di vita imposti dal mercato.

La pubblicità aveva trovato nuovi soggetti trasgressivi e seducenti: preti e suore (in atteggiamenti lascivi e di bellezza sensuale), jeans Jesus pubblicizzati sul posteriore erotizzante di giovane donna con una con la scritta “Chi mi ama mi segua”, ect… Tutto nel silenzio e nella complicità della nuova religione vuoto a perdere.

Piccoli flash per descrivere il mio disorientamento di fronte alle reazioni di uno Stato repubblicano e laico (Calamandrei) di fronte alla morte di papa Francesco.

Il destino ha voluto che a pochi giorni dalla sua morte arrivasse il 25 aprile (giorno fausto della Liberazione e fine della Seconda Guerra Mondiale).

La carta stampata e la tv hanno monopolizzato l’informazione e come se vivessimo in un regime totalitario, siamo stati 24 ore su 24 bloccati su immagini e notizie e commenti di ogni tipo sulla figura, ormai, santificata di papa Francesco.

Si sono dette cose mai sentite e coloro che lo contestavano hanno riempito pagine e video di rimpianti e solidarietà sconfinanti.

Questo papa ha picconato la Chiesa ed ha avviato processi di stravolgimento della dottrina cattolica: non canti religiosi, non presepi, non Natale, non più tradizioni della religione cattolica, ma le parole nuove ed imposte sono state e sono: accoglienza inclusionecondivisione sostenere la cultura dello scarto.

In pochissimo spazio che ho a disposizione non posso parlare di altro e non posso approfondire, ma molto del disordine sociale e del marasma intellettuale e culturale presente nella nostra quotidianità in ogni latitudine e longitudine del Pianeta, lo dobbiamo a questo papa.

È vero che si è espresso sempre per la Pace, ma noi laici ci siamo espressi per la guerra?

Il nostro Paese cattolicissimo ha finanziato una guerra e sostiene il riarmo dell’Europa. La religione non deve essere instrumentum regni e non può indirettamente imporre 5 giorni di lutto nazionale, rendere sobria la Festa della Liberazione (la nostra prima e fondamentale Festa Nazionale per la Libertà e la Democrazia per e di tutti).

“Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero perché lì è nata la nostra Costituzione”. (Piero Calamandrei)

 

                                                                          Franchino Falsetti

One thought on “EDITORIALE Millecolline. Moriremo papalini

  1. Concordo su tutto. Ed è stato “magnanimo” nel raccontare… forse volutamente..

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