Paura dell’alba, il film di Enrico Masi al festival Bif&st di Bari poi a Bologna

Sono iniziate le presentazioni del nuovo film di Enrico Masi

Paura dell’alba presentato al Festival di Bari

Pubblicato il 29/03/2025

Il nuovo film di Enrico Masi, prodotto da Caucaso, racconta un brano controverso della resistenza italiana legata ad un fatto accaduto durante la Repubblica di Montefiorino.

Enrico Masi e Caterina Caravita sul set del film. Mongiorgio (Bo)

Di questo lavoro cinematografico ci interessammo fin dai tempi della ricerca del primo cast avvenuto in libreria CartaBianca a Bazzano in Valsamoggia in data 8 febbraio 2024 a cui dedicammo un breve video. In seguito mi dedicai alle foto di scena seguendo tutte le tappe della maratona legata alle riprese del film. Alcune di queste foto le vedete in articolo.

Un momento del film. Monteveglio in Valsamoggia, 2024. (ph. R.Cerè)

I lavori organizzativi sono poi proseguiti fino ad arrivare ai giorni delle riprese che si sono svolte in Valsamoggia, in Appennino Tosco-Emiliano e in Toscana per poi arrivare al montaggio e finalmente alla visione del film. Questo è l’iter cinematografico per arrivare a presentare il film al pubblico.

Oggi pubblichiamo il primo contatto con il pubblico, a Bari, in occasione del Bif&st Bari International Film&TV Festival. Torneremo con più info…

Roberto Cerè

 

Toscana Film Commission

Al via il Bif&st Bari International Film&TV Festival che dal 22 al 29 marzo accoglierà 125 film ospitati da numerose sezioni, tra cui il corto ‘ di Enrico Masi e sostenuto dal Bando di Regione Toscana.
 
Il film, prodotto da Caucaso, ci riporta all’estate del 1944, durante i 45 giorni della Repubblica Partigiana di Montefiorino. Nelle montagne tra Emilia e Toscana avviene il controverso episodio del gruppo di Nello Pini, colpevole di aver ucciso senza processo un gruppo di miliziani fascisti.
 
Attraverso testimonianze dirette, atti performativi e momenti di approfondimento, la Resistenza rivive con la finzione, mentre il passato si intreccia con le immagini di un territorio che ancora ne porta i segni.
 
© Roberto Ceré
 

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