EDITORIALE Millecolline. Contro il delirio della vita moderna

Editoriale della domenica

L’Editoriale Millecolline

Pubblicato il 23/03/2025

Contro il delirio della vita moderna

Vorrei iniziare questo mio Editoriale ricordando Edmondo Berselli, giornalista, scrittore ed intellettuale di acuta intelligenza, di cui è uscita una nuova edizione di “Venerati maestri”. Una sua “operetta immorale sugli intelligenti d’Italia” a quasi vent’anni dalla prima edizione del 2006.

Alcune righe dal capitolo intitolato: “Non c’è più la cultura di una volta”:

“Una volta la cultura era fatta da scrittori e studiosi severissimi, che magari avevano smesso di scrivere libri e di studiare da decenni, ma che prima di intervenire ci pensavano su per mesi, nutrivano dubbi esiziali, con fisime speciali, e quando alla fine distillavano il loro pensiero, c’era da leccarsi i baffi. […]”.

Proprio come avviene nel nostro Tempo del disordine totale in ogni campo della produzione umana.

Non esiste ponderazione, come non esistono “guide” maestre per l’educazione e la formazione della propria maturità personale e professionale. Tutto si fa ad imitazione: guardando come fanno gli altri, come pensano gli altri, come agiscono gli altri.

Si è completamente mobili, vaganti e disorientati: come i meteoriti nelle infinite galassie. La mancanza dei “venerati maestri” ha prodotto degli scolari maestri di sé stessi, auto referenziali e senza cultura.

La presenza dei circuiti dei mass media e dei social fornisce ristretti modelli di pensiero ed incapacità di rendersi conto di ciò che concretamente accade attorno a noi.

Si è privi di conoscenze e di saperi per comprendere il mondo fenomenico e le ragioni per cui certi processi di “deformazione” della realtà ci rendano condizionati fino ad assumerne ogni deleterio effetto su ciò che vorremmo essere e non siamo.

Questo è il delirio della vita moderna! I valori della individualità, della moralità, del saper interagire con gli altri e la Comunità in cui si vive si sono annientati nella rete del consumismo, dove il modello comportamentale dell’usa e getta ha plasmato le nuove personalità, le nuove generazioni.

Ma, stranamente, ha condizionato anche le vecchie generazioni. È prevalso il consumismo anche per chi avrebbe dovuto difendere l’integrità del mondo conosciuto, lontano da questo fast food che noi ci ostiniamo a chiamare “vita moderna” o “vita contemporanea”.

Altro delirio: viviamo il post moderno, cioè quel processo di rivisitazione di ciò che aveva funzionato nel “moderno”. Si sostituiscono i valori della continuità e della nostra identità storica e culturale con quelli effimeri del presente, dell’attualità, del consumo immediato, poiché non siamo più protagonisti delle nostre coscienze (ci manca la conoscenza) e abbiamo cancellato il futuro (siamo stati deprivati dalle utopie e dai sogni-desideri).

Ci sono rimaste solo le parole che ripetiamo in automatico come se fossero l’espansione dei messaggi precotti dei famigerati smartphone. Altro delirio che ha ridotto le nostre facoltà mentali, la nostra capacità di pensare ed elaborare, il nostro linguaggio e l’uso grammaticale e sintattico della lingua italiana.

Siamo diventati più poveri culturalmente e i venerati maestri sono stati sostituiti dai comici, dagli attori, dai poeti inventati dalle scuole creative, dagli artisti senza qualità, dai politici improvvisati e disoccupati, dai dirigenti in cerca di visibilità.

Ma il delirio più devastante è la diffusa presenza ed imitazione degli opinionisti: quelli gettonati e quelli casarecci. Sono i diffusori della post verità, delle false notizie, della disinformazione, dell’inesistente e della negazione di ogni cultura. Il fai da te, l’usa e getti, la grottesca formazione delle fonti Internet e le varie autostrade dei social e delle agenzie giornalistiche informatizzate hanno sostituito, livellando ed uniformando, le nostre menti e le nostre idee.

Altro delirio che continua il perditempo riflesso sullo schermo del computer è il politically correct, che è duro a morire e che forse un piccolo estratto da una famosa riflessione scritta dalla dimenticata antropologa e scrittrice nonché raffinata intellettuale anticonformista Ida Magli potrà aiutarci a capire e difenderci.

Il “politicamente corretto”, scrive Ida Magli (2016), “costituisce ovviamente la forma più radicale di “lavaggio del cervello” che i governanti abbiano mai imposto ai propri sudditi. La corrispondenza pensiero-linguaggio è infatti praticamente automatica. […]”.

A queste chiare considerazioni noi potremo aggiungere che il “politicamente corretto” ha vanificato ogni immaginario ed ogni capacità di articolato ragionamento, quella dimensione costruttiva e coordinata della conoscenza atti a sviluppare l’immaginazione e l’intelligenza creativa.

Possedendo queste performative qualità del pensiero si potrebbero fabbricare gli antidoti per salvarci dal delirio della vita moderna.

 

                                                                       Franchino Falsetti

5 thoughts on “EDITORIALE Millecolline. Contro il delirio della vita moderna

  1. …il medesimo spettacolo a teatro lo si può vedere con l’occhio dell’autore e degli attori, da dietro le quinte, dalla platea, dalla galleria, dalla piccionaia. Tanti punti di vista diversi con annessi e connessi: diversità di “vedute”: dal basso e dall’alto, di opinioni contrastanti, di culture diverse di “serie A e di serie b e c. Aggiungo anche la d…

  2. …se non ci si “ammala” dal delirio della vita moderna non c’è bisogno di “antidoti.

  3. Lei, definito “esperto delle vicende umane”…mette troppa “carne al fuoco”, proponga delle soluzioni anziché teorie. Cosa ne pensa di chi ha cresciuto figli e nipoti, cercando soluzioni adeguate ai tempi che cambiano in continuazione, dando loro una educazione, di come affrontare la vita, di crescere come persone consapevoli, attingendo da esperienze personali e dagli insegnamenti di genitori e nonni, senza l’aiuto dei suoi “sermoni”? Le espongo il mio pensiero: Forse ho molte più cose da insegnare ai miei figli che lei dall’alto della sua “cultura” di “moda” e di “fisime”. La nostra “Ignoranza” è stato il suo sostentamento”. Per questo le rispondo: Lei ha un “aspetto” ambiguo, propenso nel creare “ confusione” che non condivido.
    Lei ha famiglia?

  4. Per chiarire ulteriormente il pensiero espresso sopra le posso garantire che le esperienze del ‘68 e del ‘77 mi hanno molto deluso e le ho abbandonate. Erano illusioni a breve termine. Con la “cultura” mangia e vive solo chi non ha problemi economici quotidiani. Come negli anni 90 mettere il rotolo di carta igienica nello zainetto dei figli perché la scuola ne era sprovvista per carenze di fondi. Sig Franchino i tempi del cambiamento non riguardano gli smartphone, o il solo consumismo dell’usa e getta di mercati globali …riguardano una politica italiana, per cittadini italiani, che non ha avuto possibilità di scelta. Era già tutto già deciso a tavolino. Non si agiti nel suo “ j’accuse” ormai fuori “tempo.”. Mi sembra la voce di un “trombone” con ancora fiato ma senza più idee. Mi dispiace che una persona come lei sia lontano dai suoi concittadini che l’hanno “sostenuta” e apprezzata. Il “dottor Balanzone” a carnevale, una volta all’anno” parlava al popolo e non solo per il popolo. Condivido le “analisi” dei suoi “editoriali” ma servono a creare solo dubbi “senza risposta o soluzioni” e soprattutto nessun dialogo.
    E mi dispiace, che persone come lei, non abbiano nient’altro da dire.

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