Editoriale della domenica
L’Editoriale Millecolline
Pubblicato il 09/03/2025
Senza titolo
Non è originale, ma necessario.
L’inizio del quarto di secolo è iniziato con travolgenti cambiamenti di cui gli effetti sembrano essere più disastrosi delle varie correzioni di rotta operate dall’irrefrenabile Presidente americano Trump. Tutto si è fermato.
Non esistono i problemi della quotidianità perché li risolvono i giornalisti che sono diventati degli chef dell’informazione: ogni mattina piatti tutti uguali con qualche aggiunta proveniente dal mondo dell’effimero, dalla casta degli illusionisti e dalla inarrestabile invadenza del mondo dello spettacolo che occupa pagine e pagine quotidiane per conoscere l’inimmaginabile.
A chi interessa tutto questo?
I quotidiani strumento di difesa del cittadino nell’essere, compiutamente, informato, sono strumento del più disgustoso consumismo e la notizia è il nuovo frutto del vasto mare della coltivazione e diffusione dell’oculata disinformazione e della cinica considerazione che non esistono lettori, ma annoiati guardoni della decomposta realtà.
Come si può dare un titolo ad un Editoriale, quando i pastai sono tanti ma il forno è unico? Oggi assistiamo e discutiamo le direttive e scelte trumpiane. Qualcuno dice che la ricreazione è finita.
Ma questi problemi di allegra economia, di lassismo, di perversioni ideologiche, di smarrimenti esistenziali, di disadattamenti sociali ed ambientali, di imposte passività e ubbidienze alle più intollerabili stupidità degli atti vandalici degli ecologisti-ambientalisti, della cancellazione della cultura occidentale di varie università (a partire da quelle americane), della sostituzione della tradizione secolare civile e religiosa, della dignità e dei valori della persona umana (ect..), come è possibile che sia stato realizzato questo processo di puro sconvolgimento e scardinamento di un sistema di regole e comportamenti che garantivano le nostre certezze?
Perché non far fronte al disagio giovanile ed al malessere sociale ed all’incapacità di integrarsi e di capire il mondo che si vive?
Perché il mondo dell’informazione rincorre il vacuo, la nullità e non si preoccupa delle continue ed improvvise morti che colpiscono persino bambini di 7 anni? Cosa sta accadendo?
Tutti concordano nelle menzogne diffuse durante il Covid e nessuno fa giustizia. Perché?
Nelle scuole si adottano libri sul cambiamento del sesso e corollari vari, sulla riduzione del sapere, sull’assenza di periodi storici, letterari, artistici e poetici.
Si vuol far rientrare il latino e non conoscono la povertà culturale e formativa delle nostre scuole (compreso l’Università che si occupa dei diritti di coloro che vivono con l’anello al naso), mentre gli studenti volenterosi vengono emarginati, a partire dall’impossibilità di trovare un alloggio.
I dati sulle nostre Università fanno parte, oggi, del libro dei sogni, anzi, dell’elenco necrologico di ciò che stato eliminato.
E così le Università si stanno svuotando e gli studenti preferiscono emigrare oppure ingrossare il mondo della disoccupazione. Ma questi problemi così drammatici non preoccupano nessuno.
Il basso livello di cultura di cui l’Europa mostra segni profondi, porta all’attuale scelta del “riarmo”.
È così che avremo o saremo difensori della pace?
L’ottusità non ha limiti, ma lo sconforto nasce dall’ignoranza di chi ci governa in Europa e nei vari Stati membri.
Nessuno ha studiato i discorsi di Robert Schuman (Padre dell’Europa), di Konrad Adenauer, di Jean Monnet e di Alcide De Gasperi (Tutti Alfieri e protagonisti della Patria Europa come la definì De Gasperi). E vorrei proprio chiudere questo mio Editoriale “Senza titolo”, trascrivendo alcune righe del discorso che pronunciò Alcide De Gasperi il 21 aprile 1954:
La nostra patria Europa:
“[…] Le nostre riunioni non sono destinate, è prendere decisioni politiche che spettano ai parlamentari, detentori delle sovranazionalità nazionali, ma sono liberi incontri, colloqui tra le varie nazionalità, un foro nel quale possono confrontarsi pareri diversi, ma tutti ugualmente animati dalla preoccupazione del bene comune delle nostre patrie europee, della nostra patria Europa. […]”.
Franchino Falsetti
…”io come persona” di Luporini e Giorgio Gaber, pubblicata e portata in teatro nel 1994 riassume passato e presente.
Qui sono quelli con l’anello al naso?
Non saprei.
Roberto
Beh, meno male che c’è qualcuno che è “felix” una garanzia per il futuro