EDITORIALE Millecolline. Siamo entrati nelle sale degli specchi deformanti

Editoriale della domenica

L’Editoriale Millecolline

Pubblicato il 23/02/2025

Siamo entrati nelle sale degli specchi deformanti

La vittoria ed il ritorno del Presidente Trump sta provocando nel vecchio mondo occidentale una nuova tumultuosa rivoluzione pari allo sbarco in Normandia.

Il suo Vice Vance, recentemente in un’importante Conferenza a Monaco di Baviera, senza alcuna esitazione, nel suo lucido discorso di denuncia di ogni scelta illiberale adottata e diffusa nella “antagonista” Europa , ha dato l’avvio allo sbarco trumpista, per far ritornare il mondo nuovamente libero e senza più imposizioni arbitrarie e costrizioni di non verità ed ideologie deformanti.

Il discorso ha tuonato verso l’abbattimento di tutte le scelte illiberali adottate dalla Comunità Europea, facendo riferimento a “quel nemico interno”, costituito dall’ideologia politicamente corretta che “censura chi la pensa diversamente, nega la parola agli antiabortisti o a partiti filonazisti come l’Afd tedesca.

“Se avete paura dei vostri stessi elettori – ha detto – l’America non può fare nulla per voi”. (Rampini, Corriere della Sera, 16 febbraio 2025)

Un repentino cambiamento di rotta della politica estera americana che sta creando anche un certo panico per i sorprendenti contatti con Putin, per l’esclusione del Presidente dell’Ucraina da ogni tipo di trattiva e di incontro. Così per la Comunità Europea.

Insomma l’America di Trump vuol riprendersi il primo posto come potenza mondiale ed ha elaborato, come da un fantasioso immaginario, un nuovo sbarco in Europa, al quale, sembra, non rinunciare, anzi sta imponendo un vero e proprio ribaltone ideologico parabolico compreso il dettare nuove linee di politica revisionista ai “vecchi” alleati.

L’Europa è stata denigrata e contestata nelle sue scelte “autonome” di gestione e di governo tra i paesi aderenti. L’Europa negli ultimi decenni ha snaturato le sue radici storiche, culturali e di grandi tradizioni di millenari Paesi che caratterizzarono le Civiltà del mondo Occidentale.

Il Parlamento europeo non è stato espressione dei popoli ma un super Governo estraneo che ha condizionato e condiziona le politiche, la produzione, la cultura dei Paesi aderenti che dovrebbero invece essere garantiti nelle loro legittime autonomie e concorso alla qualità di tutti i cittadini dell’Unione Europea.

Lo smarrimento che si creò con l’entrata della moneta unica ha segnato l’inizio di inevitabili trasformazioni e progressive limitazioni delle singole libertà governative, riproponendo vecchi vizi di concorrenza e di supremazia delle tradizionali realtà storiche come la Francia, Germania, Gran Bretagna.

Adesso tutto è in fermento: i protagonisti vogliono riprendersi la scena, alcuni governi pivot intendono “ribellarsi” allo tsunami trumpista e cercano complicità e nuove ipocrisie.

Siamo entrati nelle sale degli specchi deformanti: il rischio che alla Babele imposta in questi anni si aggiunga un revisionismo di maniera, solo per non soccombere o peggio ancora compiere indecorose abiure cercando alibi occasionali e compiacenze transitorie.

Ma rimane il disorientamento, la deformazione della realtà, il nostro futuro come cittadini europei ed italiani. L’incertezza sarà il nuovo modello per governare e la strategia per non sentirsi colpevoli di avere usato i soliti strumentali arnesi: superficialità e demagogia.

Il vento reazionario soffia verso il ripristino dei vecchi confini, di una non chiara “pulitura” etnica ed il ritorno a modelli separatisti all’interno della Comunità Europea.

Queste deformazioni, al di là delle intenzioni di un nuovo sbarco di liberazione dal “nemico interno” nel vecchio Continente, non ci rassicurano e l’inquietudine delle incertezze ci renderanno nuovamente schiavi del nostro progresso.

 

                                                                 Franchino Falsetti

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