Editoriale
L’Editoriale Millecolline
Pubblicato il 17/04/2022
L’intelligenza artificiale non sostituirà quella creativa
Prima che il mondo venisse sconvolto da due flagelli inaspettati come la Pandemia e la guerra Russia-Ucraina, eventi altamente drammatici e portatori di pericolose visioni apocalittiche, partecipai ad un incontro informale tra intellettuali bolognesi con un particolare gioco di società: la fantascienza sostituirà la scienza? L’uomo sapiens saprà controllare gli effetti delle sue esuberanze scientifiche? La cibernetica, la robotica, il mondo degli automa saranno le nuove realtà del genere umano?
Ricordo con piacere quell’incontro anche perché uscirono tesi, opinioni, certezze che animarono i vari esperti ma desolarono gli ascoltatori e quelli che vollero, timidamente, replicare.
Io pensai e continuo a pensare che l’uomo contemporaneo non è diverso da chi è vissuto in altre epoche, anche lontane.
Tutto è relativo e tutto va contestualizzato.
Sono sempre stato convinto che non sia sufficiente possedere l’innato senso dell’avventura, dell’utopia, della sfida verso l’ignoto, del coraggio esistenziale, per evolvere il proprio mondo conoscitivo e comunicativo. Sono invece consapevole che l’idea di progresso risieda nel naturale desiderio di voler cambiare la realtà, di sperimentare visioni diverse, prospettive diverse, finalità diverse, combinazioni diverse. E questo significa che l’uomo, al di là delle sue componenti emotive, di sentimento, di percezione e di sensorialità, vuole rendersi conto dei fenomeni che lo incuriosiscono o lo coinvolgono nella sua esperienza quotidiana.
Il mondo esterno, il visibile, è una straordinaria fonte di stimolazioni che svegliano le nostre capacità intellettive, inventive e creative. Le varie evoluzioni filosofiche nei secoli hanno sempre valorizzato più la sfera della ragione che non quella del sentimento.
Questo perché l’idea di uomo era quella del conquistatore, dell’inarrestabile ed intrepido combattente verso ogni avversità della natura o del proprio simile.
Il cogito ergo sum ha dominato per secoli e ha configurato mentalità, pensieri, forme mentis, che in pochi secoli l’uomo ha conquistato campi dell’invenzione e dell’innovazioni mai pensati nei secoli precedenti. Fino ai primi dell’Ottocento la vera e rivoluzionaria invenzione rimaneva la “ruota”. E l’uomo si muoveva sui vari territori per i suoi spostamenti di varia natura semplicemente in diligenza o sui carretti oppure a piedi come avveniva nel mondo greco, latino ed altre antiche Civiltà (con i dovuti abbellimenti o ammodernamenti dei mezzi usati, ma sempre tutto poggiamo su questa fantastica e primitiva espressione della mente umana).
In poco più di duecento anni l’uomo ha conquisto persino lo spazio. Satelliti artificiali, astronavi ed astronauti stanno da tempo sperimentando e configurando come si potrà vivere, in altre fattuali realtà, fuori dalla gravità terrestre, nuovi stili di vita, senza perdere l’integrità della propria natura umana.
Infinite le conquiste in campo tecnologico, scientifico, produttivo ed industriale. Il pianeta è diventato un “villaggio globale”.
L’elettricità, l’elettronica, l’informatica, le comunicazioni planetarie ed interplanetarie ci hanno cambiato anche antropologicamente. E la ruota continua a girare ma insieme ad essa i mezzi di comunicazione su rotaie o via aerea o per mare sono diventate mostruose macchine che non conoscono confini e limiti.
Ma l’uomo non deve abdicare od adagiarsi sulle conquiste degli umanoidi, degli automa nuovi servi elettronici (vedi il massiccio impiego nei settori industriali, laboratori ali di ricerca ed anche domestico).
L’uomo rimane il soggetto vivente pensante e la macchina artificiale o i robot sono la parte creativa, ma non sostituiva della intelligenza creativa umana.
Cerchiamo di evitare i sogni descritti dalla fantascienza e di allontanare quel perverso desiderio che l’uomo insegue dall’alba della sua presenza su questa Terra: divenire un mostruoso manipolatore della genetica umana ed artificiale (ad esempio alla Dott. Jekyll o alla Frankenstein o alla produzione massificata dei robot di ogni dimensione per ogni utilità e segreta finalità o al desiderio satanico di poter clonare “l’immagine di Dio”).
“Tra le innumerevoli protesi meccaniche con le quali cerchiamo di produrre una sintesi artificiale di tutte le possibili attività dell’essere umano, l’intelligenza Artificiale (e tutte le tecnologie informatiche) è oggi quella più prestigiosa e più gravida di conseguenze. E la nostra vera chimera”. (Jean Baudrillard).
Franchino Falsetti