Il Giorno della Memoria perché non sia un “mass media”
Pillola Corsara n.27
Ciò che uccide o vanifica il ricordo è l’abitudine. E’ la ricorrenza ciclica di una data segnata sul calendario in senso burocratico. La banalità del male viene “frullata” nelle mille iniziative che si ripetono, divenendo sempre più un obiettivo commerciale, rendendosi “concorrenziali” come avviene nel campo dell’editoria, che alla ristampa dei classici del “dolore”, si aggiungono, ogni anno, pubblicazioni di nessun interesse e saggi inutili ed insignificanti. La Shoah non è una materia socio-culturale una tantum, né un intrattenimento scolastico per riproporre e demonizzare il tragico eufemismo della “Vita è bella”, improvvisando girotondi pedagogici con mix di storie, animazioni, testimonianze, documentari, film, ect.
Bisogna cominciare ad abbandonare ogni tentazione di rendere questa immane tragedia dell’umanità e dell’uomo, come se fosse un appuntamento con un “premio letterario” dedicato alla Shoah.
Auschwitz e tutti gli campi di sterminio devono rivivere in un percorso di Educazione e di Cultura permanente, che si permea con i nostri sentimenti, il nostro modo di pensare e di agire. Non si ama il prossimo con il telecomando, né si eliminano le tragedie dell’umanità ( tuttora presenti, con centinaia di morti ogni giorno ) con articoli di stampa o manifestazioni occasionali. In questi ultimi due anni, inermi, abbiamo assistito alla distruzioni di città come Palmira che era il simbolo non solo di meravigliose bellezze architettoniche ed artistiche del mondo antico, ma l’emblema dell’incontro di civiltà tra l’Occidente e l’Oriente. Nessuno ha cercato di evitare questa irrimediabile distruzione. Pur essendo stata dichiarata dall’ONU: patrimonio dell’Umanità.
Non è sufficiente etichettare che un territorio è denuclearizzato per sentirsi al riparo di eventuali effetti di bombe nucleari; così non possiamo definire una determinata area archeologica, di straordinaria importanza, come patrimonio dell’Umanità solo ricordando che quel territorio è nominalmente protetto; così vale per la Shoah che non deve tradursi come un “felice” appuntamento per i mass media e le Istituzioni pensando di assolvere il monito del “ricordare”. Dobbiamo inserire,invece, nel nostro DNA, fin dalla nascita, la cultura dell’Uomo e dell’Umanità, per evitare guerre inutili e disprezzo dell’altro.
Franchino Falsetti
Giorno della Memoria. Produzioni Millecolline
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