Dove sono in inverno quelli delle Ariette?
I più geolocalizzati e burloni potrebbero rispondere: -“Jein sampèr asvèin a l’acqua salèda!”. Certo; sono sempre vicini all’Acqua Salata (la fonte “drenante” per eccellenza di Rio Marzatore) ma noi non ci stiamo riferendo alla località e alla toponomastica, bensì a “quelli” del Teatro delle Ariette. Già, dovo sono in inverno quelli delle Ariette?
Per rispondere a questa domanda ci viene in soccorso un comunicato che ora vi pubblichiamo per intero nell’attesa di conoscere se, al loro ritorno, troveremo qualche appuntamento per la Giornata della Memoria 2017 (ci sono già lettori che ce lo chiedono…).
Teatro delle Ariette
TEATRO NATURALE?
Io, il couscous e Albert Camus
di Paola Berselli e Stefano Pasquini
con Paola Berselli, Maurizio Ferraresi e Stefano Pasquini
regia Stefano Pasquini
Il Teatro delle Ariette arriva al Centro Islamico di Parigi
con “TEATRO NATURALE? Io, il couscous e Albert Camus”
in scena presso l’École Pierre Budin venerdì 6 e sabato 7 gennaio,
nell’ambito di Sacrées Graines.
Come tutte le creazioni della Compagnia il lavoro affida un ruolo centrale allo spettatore dell’evento teatrale, che sta dentro lo spettacolo invece di osservarlo da fuori. La drammaturgia si sviluppa attorno al cibo preparato in scena, in questo caso il couscous, e condiviso con gli spettatori come elemento evocativo concreto della memoria sensoriale del racconto che vede Stefano Pasquini ricordare i suoi anni giovanili e il suo incontro con la parola letteraria di Albert Camus.
“Abbiamo deciso di fare questo spettacolo per parlare dell’oggi – scrive il regista Stefano Pasquini che con Paola Berselli è anche autore del testo – e per parlare dell’oggi abbiamo pensato di raccontare una storia di molti anni fa, quando avevo 17 anni. È la storia di una piccola odissea personale fatta di incontri, di scoperte, di sconfitte e di viaggi, da Bologna alla Francia e dalla Francia al Mediterraneo, alla Spagna, all’Algeria. È la storia di formazione di un giovane diciassettenne che, seguendo l’amore, arriva in Francia dove è accolto da una famiglia di spagnoli, fuggiti in Algeria alla fine della Guerra Civile e arrivati in Francia per sfuggire alla Guerra di Indipendenza algerina. I pochi mesi dell’estate del 1978 mi hanno fanno incontrare in un lampo 50 anni di cultura e di storia del Mediterraneo, mescolando l’Italia degli anni di piombo, alla Spagna della Guerra Civile e poi della dittatura di Franco, all’Algeria colonia francese e poi in guerra per l’indipendenza. L’incontro con l’amore mi ha aperto le strade della conoscenza, mi ha fatto mangiare per la prima volta il couscous e mi ha fatto scoprire “Lo straniero” di Albert Camus, un libro che mi ha cambiato la vita e mi ha messo di fronte all’eterno conflitto tra uomo naturale e uomo sociale. Mersault, il protagonista de “Lo straniero”, è un uomo che rifiuta di mentire e obbedisce soltanto alle leggi della natura. Conduce una vita semplice, sfugge agli obblighi delle convenzioni sociali, è vero e sincero fino alle estreme conseguenze. Vive la sua vita naturale, solitaria e sensuale, fatta di cieli e di profumi d’estate anche in prigione, quando viene arrestato per avere ucciso un uomo. Come potevo, giovane diciassettenne, non identificarmi completamente con questo uomo? Come potevo non appassionarmi alla straordinaria esperienza umana, intellettuale e artistica di Albert Camus?”.
Nello spettacolo si intrecciano e si confondono passato e presente: il passato della storia che viene raccontata e il presente dello spettacolo. Perché il teatro si fa solo al presente e parla solo di oggi anche quando racconta storie di molti anni fa.
Lo spettacolo proseguirà la tournée francese al Théâtre Massalia di Marsiglia (dall’11 al 14 gennaio).
Produzioni Millecolline.
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