ANTEPRIMA. Bazzano in Valsamoggia, 17/10/2015. Quel giorno degli anni ’70 ero con Nerio alla fermata dell’autobus; quel giorno avevamo fatto fughino ma ormai si doveva ritornare a casa ed io dovevo prendere la corriera delle 13:30. Cominciava a fare freddo e ci ritirammo più sotto al portico, ovvero, più accanto a quella che un tempo era la Libreria Bolognina e fu in quel momento che vidi la copertina di un libro che aveva uno strano, intraducibile titolo e chiesi al mio amico Nerio se sapesse tradurre in italiano quello strano termine inglese. Nerio, che era un noto intellettuale fra noi della 2°C, fece una serie di considerazioni tardo anglofone ed io compresi che questa volta la stava facendo fuori dal vaso. A quel punto gli dissi, scherzosamente, quello che pensavo della sua traduzione e mi avvicinai di più alla copertina di quel libro; notai che l’autore era Federico Fellini. Federico Fellini? E’ un romagnolo, vuoi vedere che… ma certo! Nerio non è un titolo in un inglese a noi sconosciuto… Si legge Amarcord e gli si deve dare la valenza del dialetto romagnolo (in questo caso simile all’emiliano) e si traduceva in: ” Io mi ricordo”. Ma veh! Federico Fellini aveva scritto un libro con un titolo in dialetto. Non dovemmo aspettare che pochi giorni per scoprire che Federico Fellini, oltre al libro, aveva anche presentato il suo ultimo film nelle sale italiane; quel film si chiamava, appunto, Amarcord. Il film fu un grande successo, ricordo che mi divertii molto quando lo andai a vedere nella sala del cinema Astra di Bazzano. E passano gli anni. Camminando in questa sera di autunno, di sabato 17 ottobre, per caso, mi fermo davanti alla libreria Carta/Bianca a Bazzano, “butto l’occhio” a cosa vedo? La locandina di Amarcord che sottolinea il fatto che il film di Federico Fellini sia stato recentemente restaurato e, in un fogliettino bianco, piccolo piccolo, la nota in cui si informa che questo capolavoro italiano lo potremo rivedere nella serata di mercoledì 21 ottobre 2015 al Cine Max di Bazzano. Ma si può venire a sapere una cosa come questa in questo piccolo modo?
Testo e foto di Roberto Cerè per Millecolline
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