Viste da un quadro ritrovato

Bazzano in Valsamoggia (Bo), 11/04/15.   Il quadro di Angelo Cappon ha fatto la sua comparsa nel lato corto del muro dell’archivio comunale; è comparso alla mia vista solo dopo aver terminato una serie di foto per la locandina di Corti, Chiese e Cortili 2015. Ricordo Cappon, persona assai gentile e costantemente interessata anche agli avvenimenti sociali che ci circondavano in quegli anni. Certo, il quadro di Cappon è stato appeso molto tempo fa in quel muro seminascosto; probabilmente la persona che ha piantato il chiodo per appenderlo nemmeno sapeva quale periodo bazzanese raccontasse quel quadro così semplice. Io stesso me ne sono reso conto soltanto quando l’ho visto, finalmente, e non soltanto osservato: probabilmente era un quadro esposto in una parete della vecchia biblioteca di Bazzano, quando ancora era in cima alle scale di quella piccionaia che oggi si chiama “Sala 11 Settembre”. Quel quadro lo vedevo spesso; la mia compagnia di amici aveva il punto di ritrovo in quella biblioteca ed era, nel suo piccolo, un luogo di scambio e formativo.

_MG_1077_DxO

 

Erano gli anni ’70 e ci sentivamo in piena epoca di fermenti artistici e politici; a quei tempi un pò tutte le persone sensibili si cimentavano in una delle arti a loro più congeniali; erano i giorni in cui il tempo libero era riconosciuto come un valore da coltivare per crescere e non un insulto di cui vergognarsi perchè “non produttivo” per il mercato globale. Ecco, quel quadro di Cappon, seminascosto e riconoscibile solo da coloro che lo hanno vissuto, è metafora di quanto stiamo attraversando; racconta un pezzo di storia del paese che ha avuto l’istinto di interpretare l’evoluzione come qualcosa di diverso dal possedere una automobile da 200 cavalli e che ora viene riconosciuto solo da chi ha condiviso quei momenti. Così, nascosto,  racconta la storia di quello sparuto gruppo di pittori bazzanesi che si raccolse per formare un nucleo artistico in provincia e che lavorò per farsi conoscere; ricordo Roncarà, Biagi, Cappon, De Maria, erano tanti i nomi di quei ragazzi, più grandi di me, che si trovavano per confrontarsi su ciò che dipingevano ed esponevano i loro lavori. In quel periodo nacquero anche alcuni , sgangherati gruppi musicali da cui uscirono anche piccoli e divertenti talenti. Forse dobbiamo di più da quegli anni rispetto a quello che ci sentiamo raccontare su di loro da chi non li ha vissuti.

 

Testo e foto di Roberto Cerè per millecolline