“ E’ sufficiente ricordare le tendenze recenti dell’arte visiva: sono ormai passati i tempi in cui si producevano semplicemente statue e quadri con cornice. Noi oggi assistiamo ad esposizioni di cornici senza quadri, mucche morte e loro escrementi, video di interiora del corpo umano ( gastroscopie e colonscopie ), esalazioni di odori nelle installazioni, ecc..”.
Categoria: RUBRICHE
La cartolina della domenica è indirizzata a Piazza Marino
Questa nuova rubrica non si rivolge a protagonisti politici od a protagonisti noti del momento. E’ un piccolo spazio che viene utilizzato per ricordare coloro che hanno avuto ideali, valori e creatività, per divenire esempi per le generazioni future. Un’attenzione particolare sarà riservata agli uomini ed alle donne bolognesi e della provincia interpreti ironici e beffardi della cultura emiliano-romagnola.
Pillola Corsara n°28 – Quando me pensare ad Africa lontana…
E’ l’inizio di una canzone a “doppi sensi” ed usata, con trascinante euforia come repertorio tra i preferiti “intrattenimenti” goliardici.
E’ una assonanza che richiamo senza provocare alcuna offesa.
La Cartolina della Domenica indirizzata a Gino Cervi
Gino Cervi. Nelle nostre intenzioni, con la Cartoline della Domenica, vorremmo costruire una collezione che raccolga i testimoni di Bologna e provincia ricordandone le personalità, gli scritti, la presenza, gli aneddoti, le attività. Cercheremo di formare una “strenna” che non porti ad una romantica nostalgia di maniera ma ad una rinata considerazione culturale attraverso la conoscenza dei protagonisti che hanno contribuito a dare lustro alla città di Bologna e alla sua splendida provincia.
Pillola Corsara n.27 – Il Giorno della memoria perché non sia un “mass media”
Bisogna cominciare ad abbandonare ogni tentazione di rendere questa immane tragedia dell’umanità e dell’uomo, come se fosse un appuntamento con un “premio letterario” dedicato alla Shoah.
Pillola Corsara n.26 – Dobbiamo salvare la lingua italiana
Mi auguro che questa lettera sia solo un “modello” pubblicitario per far capire le esagerazioni giustificate dalla moda corrente di sentirsi “in”, se si scrive e si parla inglese. Una lingua incomprensibile, di un’ altra geografia culturale e priva di ogni sensibilità espressiva ed estetica come quella italiana. Un augurio che oltre al consumare “prodotti” italiani, si ritorni a parlare solo la lingua italiana ed i “forestierismi” siano solo dei personali “optional”. Superiamo la pigrizia che è il virus di molte malattie sociali e culturali del nostro tempo.