La mostra Bologna dopo Morandi 1945- 2015 è composta da 150 opere di una settantina di artisti, tutti nati o attivi a Bologna e dintorni, che hanno influenzato con la loro personalità e il proprio stile la storia dell’arte bolognese dal secondo dopoguerra ad oggi.
Categoria: Arti Figurative

Artemente, ecco il programma del festival delle arti
ANTEPRIMA. Domenica 4 settembre potremo trascorrere una intera giornata ad ArtEmente, il Festival delle Arti, che si terrà a Savigno. Abbiamo la locandina in anteprima e la pubblichiamo volentieri perchè, in minima parte abbiamo collaborato anche noi ed abbiamo creduto in questa manifestazione fin dalla prima edizione. Leggendo la locandina scopriremo di avere l’imbarazzo della scelta; allora che lo spettacolo inizi!
Ulteriori informazioni le troverete in APPUNTAMENTI
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ANTEPRIMA. Savigno in Valsamoggia (BO). Come sapete siamo stati fra i primi sostenitori della prima edizione (2015) di ArtEmente, il festival delle arti, che quest’anno si svolgerà domenica 4 settembre a Savigno e, naturalmente, documenteremo anche nell’edizione 2016. Ecco svelata la prima anteprima: la data della manifestazione è stata spostata, segnatevi quindi il 4 settembre 2016. La seconda anteprima è la pubblicazione del bando di partecipazione, aperto a tutti, che pubblichiamo con piacere. E la terza anteprima?? La terza anteprima è più che altro un auspicio: niente temporalone a metà giornata (come nella scosta edizione)! La quarta anteprima non è nemmeno una vera anteprima: Ilaria Landi, il motorino organizzativo di questa kermesse ancora non completamente compresa in tutta la sua potenza, ha dato via alle danze, buon divertimento. Vi terremo informati sui progressi in corso e vi racconteremo l’intera domenica.

Noi ci siamo, Gianluca Tonin sarà ospite di ArtEmente
ANTEPRIMA. Savigno in Valsamoggia, 07.08.16. Terza occasione per esplorare ArtEmente 2016 attraverso i suoi ospiti ed incontriamo Gianluca Tonin che ci racconta cosa sta preparando. Continuate a seguirci, vi racconteremo le novità. Buona visione.
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ANTEPRIMA. Savigno in Valsamoggia, 02.08.16. Continuiamo ad esplorare ArtEmente 2016 ed incontriamo Ernesto Angelo Ubertiello, che sarà presente a Savigno il 4 settembre 2016 e porterà alcuni dei suoi ultimi lavori spiegandoci questa sua nuova fase interpretativa della sua pittura. Continuate a seguirci, vi racconteremo le novità. Buona visione.
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ANTEPRIMA. Savigno in Valsamoggia, 23.07.16. Iniziamo ad esplorare ArtEmente 2016 e cominciamo ad incontrare i primi ospiti della rassegna: Il Campanile dei Ragazzi, che sarà presente a Savigno e porterà un lavoro teatrale che si svilupperà fra le strade del paese del tartufo. Iniziamo così a conoscere i partecipanti della Festa dell’Arte organizzata da Ilaria Landi e che si svolgerà domenica 4 settembre 2016. Continuate a seguirci, vi racconteremo le novità. Buona visione.
Produzioni Millecolline
Diritti Riservati

Pillola Corsara N° 15 – L’essere o non essere della Costituzione Italiana
L’essere o non essere della Costituzione Italiana… [n.15]
Lo scorrere sempre più veloce del tempo del vivere e dell’agire in rapporto all’irrefrenabile bombardamento mass-mediologico che domina, ormai, l’intero pianeta, ci rende privi di memoria e rende ogni nostro comportamento “originale”, come se fosse stato pensato in quel momento. Viviamo l’attualità e su di essa si confrontiamo e tutti si sentono opinionisti, conduttori, scrittori, artisti, vignettisti, profeti di nuovi scenari , sempre più, apocalittici od incomprensibili.
In questi giorni ci sono stati appuntamenti di ricorrenza per il settantesimo della nascita della Repubblica Italiana ( 1946-2016 ) e pochi richiami alla formazione dell’Assemblea della Costituente ( 10 giugno 1946 ). Due grandi momenti per la nostra storia democratica e repubblicana, realizzati a pochi giorni di distanza, per rendere l’Italia una nuova Nazione senza più mortificazioni morali, senza più limitazioni dei diritti umani, senza precisi riferimenti costituzionali.
Si può festeggiare la data di nascita della Repubblica Italiana , ma tutto si limita al “fatidico” referendum, dove, per la prima volta votarono, finalmente anche le donne e dove il diritto al voto si espresse con un SI’ o con un NO. Ma dopo questa grande conquista di libertà e di speranza, bisognava, immediatamente, provvedere a dare agli italiani la propria carta d’identità, e cioè : la Costituzione. Queste due realtà non sono separabili. Non possiamo pensare che modificare la Costituzione, come si vuole, oggi, più che nel passato, non voglia dire,anche, cambiare la Repubblica.
Piero Calamandrei, uno dei grandi padri della Costituzione, in un importante articolo, intitolato: La festa dell’incompiuta, apparso sulla rivista “Il Ponte”,n.6,1951, con inquietante attualità, ricordando il terzo anniversario della Costituzione, si pone alcune domande: “Di quale Costituzione? Di quella che ci dovrebbe essere, o, di quella che c’è? Di quella teorica, immaginata dalla Costituente, o di quella pratica, messa in atto dal governo?”. I soliti inganni, i soliti modi dell’essere e del non essere. Le solite : parole, parole, parole, degli amletici divulgatori di oggi, propugnatori di novità senza evidenziare “quel diavolo in corpo”, che è necessario per contrastare ogni velleità ed ogni improvvisazione.
Franchino Falsetti
Produzioni Millecolline
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Pillole corsare N° 14 – L’arte illusionista in cerca di applausi e di desideri
L’arte illusionista in cerca di applausi e di desideri……..[n.14]
Si è appena conclusa l’ultima provocazione, se così possiamo ancora definire, di ciò che non si rende comprensibile o giustificabile secondo quanto stabilito da un codice “ufficiale” che non riguarda solo l’arte, ma ogni forma del nostro, ormai, disordinato mondo del costume e dei nostri comportamenti. A cosa mi riferisco? All’ultima opera dell’artista bulgaro-americano Christo, che con la sua passerella “galleggiante” dal titolo “The Floating Piers” lunga 4 kilometri e mezzo e larga 16 metri, ha trasformato il sereno lago d’Iseo, in una sorprendente “esperienza irripetibile”.
Il The New York Times quotidiano statunitense intitolava questo evento : “L’arte che ti fa camminare sull’acqua” ed il The Guardian, quotidiano britannico, con evidenti assonanze: “Passeggiando sull’acqua con Christo”.
Il successo di questa “stravagante” installazione sta in una illuminata motivazione, fatta dallo stesso artista: “Volevo agire sul desiderio e sulla curiosità delle persone. Qui non si è persi dentro una realtà virtuale, c’è vero sole, vero umido, vera pioggia, vero vento, non c’è la riproduzione di un’immagine appiattita”. Nulla di artistico,quindi, nulla che richiami un tentativo, seppur discutibile, di opporre alla magnificenza dello scenario naturale del lago e dei suoi monti, un tracciato artificiale di dissonanti ambiguità creative. Avere la sensazione di camminare sull’acqua non è un messaggio artistico e non ci permette di esplorare nessun segno evidente dell’arte presente sul territorio o nelle sue leggende di antica storia locale.
Ma a chiusura dell’evento, sempre lo stesso artista Christo, così commentava la sua realizzazione della pedonale acquatica che ha registrato oltre un milione e mezzo di persone:” Il bello di “Floating Piers”? Che non porta da nessuna parte”. E’ una semplice espressione di libertà.
“L’arte non è un progetto, è un’esistenza”, altra sua affermazione che ci lascia, ulteriormente perplessi. Che senso ha, allora, parlare di arte contemporanea o di qualunque altra che sia stata protagonista di idee, di pensiero, di bellezza, di motore ideologico per descrivere, rappresentare, profetizzare il mondo del passato, quello in cui viviamo e quello futuro? Una spiegazione c’è,al di là, delle ovvie contestazioni: siamo e viviamo in un’epoca divoratrice, dove il senso delle cose è vissuto nel suo consumo materiale immediato e non ideale. Tutto è finalizzato al ridurre il nostro modo di essere nel bisogno effimero della leggerezza delle emozioni provocate dagli stimolatori del presente, il cui ricordo è sentirsi “massaggiati” dai flash dei selfie. E’ è il vero quadro per i posteri!
Questa subdola e diffusa esperienza della “non arte”, dovrebbe preoccuparci, perchè, mentre si cerca di ri-costruire una formazione artistica ( dalle Istituzioni deputate alla Scuola ) e la conoscenza dell’arte intesa come veicolo per interpretare la nostra storia e quella dei secoli scorsi, si accolgono, con entusiasmo commerciale, esperienze negative come questa, che viene considerata ed utilizzata per costruire e diffondere un turismo fatto di sensorialità evanescenti e di emozioni da “parco dei divertimenti”, e non di cultura della creatività e formazione.
Franchino Falsetti

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Le parole dell’Arte – Art Brut
Le parole dell’arte.
A cura di Franchino Falsetti.
Art brut.
Nel 1945 in una Europa ridotta ad un continente privo delle sue antiche e secolari bellezze e sepolto da vaste testimonianze fatte di macerie e di struggente desolazione, dove dominano le forze distruttive dei “quattro cavalieri dell’Apocalisse”, il pittore francese Jean Dubuffet, sperimentava la nascita di un nuova arte, da lui denominata : art brut. Un’arte definita “primitiva” perché voleva opporsi a quella “colta”.
E’ un’arte che fu sorprendente e che scandalizzò, non solo i benpensanti ma coloro che amavano dividere “l’espressione artistica” secondo modelli o schemi accademici codificabili.

Nello scenario del dopoguerra dominato dalla violenza e dalla “bestialità” dell’uomo più civilizzato del mondo ( quello europeo e quello americano ), Dubuffet pensò di anteporre la naturale ed autentica espressione che come Klee, si rintraccia nei bambini. Una pittura infantile, dove l’espressività risiede nella spontaneità e nella libertà delle immagini, dell’immaginario.
Nessun processo intellettuale o pre-determinato, ma un proiettare, in senso liberatorio, il proprio mondo interiore, una certa emozione che si fa materia. E così nasce una nuova creatività disinibita, priva di ogni orpello e condizionamento ideologico.

Ci fu che volle identificare questa arte al genere naif. L’art brut non è naif e non appartiene a nessuna scuola. “ I materiali che la caratterizzano sono spesso oggetti di recupero o scarti ( lo stesso Dubuffet negli anni cinquanta utilizza accanto alla pittura tradizionale detriti, spugne, ali di farfalla ) assemblati insieme con grande libertà in veri e propri quadri, costruzioni, sculture”. Nell’opera di Dubuffet troviamo una nuova ricerca della figurazione, realizzata attraverso il rifiuto degli schemi tradizionali. Ci troviamo di fronte a processi di figuralità deformata con la sperimentazione di rinnovate tecniche pittoriche.

Dubuffet, affermerà, in una importante conferenza tenuta alla Facoltà di Lettere di Lilla ( 10 gennaio 1951 ) in occasione della inaugurazione della mostra ”Cinque piccoli inventori della pittura”: Paul End, Alcide, Liber, Gsduf, Sylvocq, presso la libreria Marcel Evrard dal 10 al 25 gennaio 1951, intitolata : “Gloria ai valori selvaggi”, che : “ E’ soltanto in quest’ art brut che si trovano, a mio avviso, i processi naturali e normali della creazione artistica, nel loro stato puro ed elementare. E’ l’assistere a tale operazione che mi sembra appassionante, e, in questo momento, poco importa che le opere create siano di scarsa ampiezza, che impieghino dei mezzi molto ridotti, che addirittura limitino, in certi casi, a piccoli scarabocchi poco elaborati e molto sommari tracciati sul muro con la punta d’un coltello o matita sul primo pezzo di cartaccia capitato tra le mani. Quel disegnino buttato giù in gran fretta mi pare che abbia un contenuto ben più ampio, e un significato ben più prezioso, della maggior parte dei dipinti grandi e pieni di pretese, quasi sempre completamente vuoti, che affollano i musei e le gallerie d’arte”.
Il suo anticonformismo e le sue impensabili scelte materiche condizionarono le esperienze artistiche successive, suggerendo continue sperimentazioni fino all’esplosione della fenomenologia dell’ arte povera.
Franchino Falsetti
Bibliografia
- Jean Dubuffet, I valori selvaggi . Prospectus e altri scritti ( a cura di Renato barilli ), Milano, Feltrinelli Editore. 1971
- Gillo Dorfles, Ultime tendenze nell’arte oggi. Dall’informale al concettuale, Milano, Feltrinelli Editore. 1961
Produzioni Millecolline
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