ANTEPRIMA. Dalla Fondazione Rocca dei Bentivoglio riceviamo e volentieri pubblichiamo questo articolo che ci presenta l’omaggio che Savigno vuole dedicare a Gino Pellegrini in occasione del Festival Internazionale del Tartufo Bianco Pregiato, organizzato assieme alla Pro-Loco di Savigno.
Omaggio a Gino Pellegrini
inaugura sabato 31 ottobre, nel “Teatro F. Frabboni” di Savigno di Valsamoggia, la mostra dedicata al grande artista e scenografo, nell’ambito del Festival internazionale del tartufo bianco pregiato
Sabato 31 ottobre alle 17:30, nell’ambito del Festival internazionale del tartufo bianco di Savigno, inaugura una mostra dedicata a Gino Pellegrini, artista di fama internazionale che ha lasciato segni indelebili sul territorio della Valsamoggia, dove per anni ha ideato e realizzato le sue grandiose opere, nello studio di Merlano.
Allestita nel teatro “F. Frabboni”, nel Centro Storico di Savigno, la mostra è stata, però, concepita con una mostra diffusa, dove alle opere in esposizione all’interno del Teatro si accostano quelle sul territorio savignese (come il dipinto Tira la riga in vicolo del Voltone, e il Il paese nel bosco di Amerigo, sulle pareti della famosa trattoria savignese).
In tutte le opere, come si legge dalle parole di ringraziamento del Sindaco di Valsamoggia Daniele Ruscigno, emerge la propensione di Pellegrini a “cogliere le mille sfumature di cui si compone il paesaggio e che, col suo lavoro, lo ha celebrato e arricchito.”
La mostra nasce da una proficua collaborazione tra tutti gli enti, le associazioni e le persone del territorio che hanno, in passato, collaborato a stretto contatto con Gino (tra cui Pro Loco di Savigno, Auser, Fondazione Rocca dei Bentivoglio, Appennino Food, Fondazione Dozza Città d’arte, Luciano Bovina, Alberto Bettini) insieme al prezioso contributo della moglie di Gino, OsvaldaPellegrini.
Gino Pellegrini – Emigra giovanissimo negli Stati Uniti dove porta a termine gli studi alla Los Angeles Art Center School mentre, contemporaneamente, si dedica a ricerche artistiche con mostre nell’ambito del movimento pop e all’attività nell’industria cinematografica hollywoodiana dove percorre tutti i gradi della carriera scenografica lavorando per le majors più importanti.
Tra i film più noti ai quali lavora ci sono Gli Uccelli di Hitchcock, 2001 Odissea nello Spazio di Kubrick, West Side Story, Funny Girl, Hello Dollly, Las Vegas, la serie televisiva Il pianeta delle scimmie, L’ammutinamento del Bounty, Tora Tora Tora, Viaggio allucinante, Alice’s restaurant, L’uomo che venne dal Cremlino, Indovina chi viene a cena, Mary Poppins, Un maggiolino tutto matto, Walk on a spring rain, e i serial televisivi Bonanza e Star Trek.
In Italia, dove torna negli anni settanta stabilendosi a Bologna, continua l’impegno in campo artistico particolarmente con performances pittoriche in tempo reale e con scenografie d’ambiente, realizzate studiando l’intervento in relazione alla soggettività degli spazi e dei suoi fruitori. Nella nostra regione ricordiamo solo la Piazzetta Betlemme a San Giovanni in Persiceto (Bo), Piazza Guareschi a Conselice (Ra), la grande palestra di Castel di Casio (Bo) e diverse opere sul territorio di Savigno.
Gino a Valsamoggia: Lo studio di Merlano
Gino aveva trovato a Merlano il suo luogo ideale per vivere e dipingere in sinergia con la natura circostante. Qui si è tessuta una rete di pregevoli relazioni di amicizia e di lavoro.
In questo studio, sono nate opere come, ad esempio, il Volo del piacere, risultato di un work in progress svoltosi nelle 3 domeniche della Festa del Tartufo 2014, come una vera e propria performance artistica, insieme al musicista Vittorio Bonetti e all’affabulatore Eros Drusiani durante il quale i passanti hanno potuto vedere formarsi via via il bosco con le sue sorprese…
Le opere diffuse
Oltre alle opere esposte in teatro, la mostra è arricchita dalle testimonianze dell’opera di Gino che si possono trovare sul territorio di Savigno: dalla stanza rettangolare e interamente dipinta in un gioco di trompe l’oeil e metafore, all’interno della famosa Trattoria da Amerigo, al ricordo di uno dei numerosi e caratteristici avventori di un’antica osteria, Samuele, detto Tira la riga, ritratto su legno, in vicolo del Voltone, per arrivare al gruppo scultoreo della rotonda di Ca’ Bortolani dedicato ai I doni di Cerere e Bacco.
Gli omaggi fotografici – Sono molte le foto che raccontano la vita artistica di Gino Pellegrini e che sono state raccolte in due mostre ed in alcuni contenuti multimediali. Dalle immagini di Luciano Bovina, a celebrare la loro antica amicizia e affinità, a quelle di “Quattro Fotografi per Gino”, che testimoniano il contributo di Pellegrini alle edizioni delle Biennali del Muro Dipinto, a Dozza imolese, del 2005, 2007 e 2011 nelle quali ha realizzato tre performances in divenire.
Oltre a queste, sano stati realizzati, contributi video e multimediali.
Gli incontri – Nell’ambito della mostra, sono stati, inoltre, programmati, 3 incontri dedicati a Gino, insieme ad alcuni importanti amici e collaboratori. Due appuntamenti con Eros Drusiani che dialogherà rispettivamente con PatrizioRoversi e Vito, domenica 1 novembre alle 11 e con Ivano Marescotti, domenica 8 novembre alle 11.. Domenica 15 novembre, invece, sempre alle 11, si chiuderà la mostra insieme a Silvano Monti e gli amici di Gino
La mostra rimarrà esposta dal 1 al 15 novembre, ad ingresso gratuito