Editoriale Millecolline. La politica è stata sostituita dall’Attualità

Editoriale

L’Editoriale Millecolline

Pubblicato il 19/03/2023

La politica è stata sostituita dall’Attualità

Si continua a parlare del teatrino della politica, ma la politica non esiste più. È stata sostituita dall’Attualità. Può sembrare una ovvietà od una notizia già scontata da tempo, ma è certo che bisogna cominciarne a parlarne e smontare tutti gli entusiasmi che si accendono, di tanto in tanto, laddove si scorgono solo luci tenebrose. Potrebbe essere il titolo per il nostro avvenire: Basta con la politica. Noi siamo uomini veri e donne con le palle. Tutti leggiamo i giornali, ascoltiamo e vediamo i mass media e viaggiamo a vista sulle strade dell’internet e ci fermiamo agli incroci dei social e dei vari network.

Ogni giorno un flusso di informazioni tracimante. L’Era della comunicazione, sono convinto, ha contribuito allo scioglimento dei perenni ghiacciai. Il calore del medium deve aver concorso insieme alla dispersione della stabilità, dei punti di riferimento, degli argini della sicurezza protettiva. La politica era il pivot dei ghiacciai perenni, la bussola su cui era possibile orientarsi e inserire il timone automatico. Le idee guidavano gli uomini e la politica ne erano le gambe. Il mondo viveva di sistemi e non di “schedine totip “ . 

La corsa al neo-capitalismo, alle nuove frontiere del globalismo, del consumismo, della pianificazione dei costumi, delle mode omologanti, dell’essere io-tu, degli sconvolgimenti valoriali, del confondere la libertà con il liberticidio, con l’egocentrismo e l’esasperante individualismo, con il cancellare le parole, gli autori, i monumenti scomodi e considerati nemici schiavisti, sessisti, esponenti di mentalità governative dispotiche ed assolutiste.

Noi, invece, viviamo nella degenerazione della democrazia ed ecco perché ha prevalso la nuova Babele: non solo lingue diverse, ma pensieri, valori, perdita del senso della dignità umana. Non è necessaria una valutazione comparativa tra le vecchie ed agoniche Civiltà occidentali per rendersi conto degli oscurantismi che si stanno diffondendo. È sufficiente sintetizzare la nostra situazione democratica, dove certe forme di contestazione pubblica provocate dal movimentismo, dai vari girotondi, da ogni tipo di istant su ogni cosa pubblica, hanno generato sguardi antropologici di antica evocazione primitiva e primordiale.

L’uomo contemporaneo ha rinunciato alla società perfetta, ha preferito ripiegare su quella imperfetta e vivere oggi in quella in fase di decomposizione e quindi nella totale mescolanza tra il pubblico ed il privato, tra l’essere e l’apparire, tra il sapere e l’ignoranza al potere, tra i valori secolari e le formule ad effetto, che persino lo stesso papa ama ricorrere appena coglie l’occasione. 

Il XXI secolo segna la nascita l’impoverimento totale: da quello mentale a quella della presenza stilistica ed estetica. Una volta si diceva: vestivamo alla marinara. Oggi si dovrebbe dire: vestiamo alla pecorara. Questo, per chi sorride sempre, è segno di libertà, di serenità d’animo, di non aver pensieri, di vivere senza regole. Tutto nel nome dell’Attualità. Del Presente. La (P)olitica è scomparsa: nessuna formazione, nessun studio, nessuna esperienza (o gavetta). Tutti promossi, fin dalla nascita, politici, governatori, parlamentari, professori, filosofi, artisti e poeti. Senza essercene accorti, la vita pubblica è stata cambiata.

Ed ecco la sconsolante dissociazione culturale di cui soffriamo oggi. Non abbiamo strumenti duttili per capire e per giustificare. Si usano i termini della politica ma non si fa politica. Si esprimono le rivalse categoriali, le contrapposizioni, le miserie dei peccati veniali, si entra nelle case per produrre avversione, le arcinote campagne d’odio e di veleni. I poteri previsti dalla nostra Costituzione sono “fortini” da espugnare. Non esistono regolarità e rispetto per ogni settore di competenza. La piramide sociale è stata abbattuta.

Viviamo di emergenze, di propaganda, di non ricordo, di ciò che riguarda altri popoli ma non ci preoccupiamo del nostro. I “partiti” in liquidazione ci parlano di: lavoro, giovani, affitto, immigrati, trans gender, di parità di genere, di pollice verde, di impianti sportivi e di scioperi sugli stessi problemi (repetita iuvant!).

Nessuno si preoccupa di rivoluzionare l’intero sistema pubblico italiano e risolvere i problemi di milioni d’italiani che soffrono la fame, della scuola che è solo un parcheggio di studenti privi di risorse familiari ed una inesauribile fonte di clientelismo (per il reclutamento degli insegnanti). Nessuno ha presentato una vera riforma della Sanità post Covid. Nessuno parla come riformare davvero l’ufficio delle tasse (non secondo le tasche degli italiani ma secondo i trend dell’economia e degli investimenti). E nessuno parla della nostra Industria, delle nostre fabbriche, del patrimonio industriale che abbiamo perso e venduto. Nessuno sa cosa vuol dire costruire il “Progetto Italia”.  E si ritorna sull’Attualità. Sul Presente.

Durante la pandemia nacquero slogan al’insegna dell’ottimismo: Sorridi! Con un sorriso renderai luminosa la tua giornata. Non dimenticare di sorridere.  Tutto andrà bene.

Nel frattempo sono morti oltre 150 mila persone, si sono chiuse migliaia di fabbriche, di esercizi commerciali, quasi dimezzato il corpo medico ospedaliero, provvedimenti demenziali come i banchi a rotelle, incapacità e contrapposizioni tra i virologi, esperti vari e politici che giocavano a nascondino. No si tratta di rilanciare le grida degli indignados spagnoli o dei svegliamoci francesi (Morin), siamo più convinti che sia più opportuno pensare ad una totale rivoluzione etica  che riconsideri al suo centro le virtù ed i valori dell’Uomo e del genere Umano.

 

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